mercoledì 9 marzo 2011

Recensione: Children Of Bodom, Relentless Reckless Forever

Settimo disco in studio per i Bambini finlandesi ( un po' cresciutelli a dire il vero ormai), Relentless Reckless Forever succede a Blooddrunk, ennesimo disco della discordia per i fan dei primi tempi.

Siamo ormai lontani dal death metal degli esordi che aveva fatto dei Children Of Bodom una delle New Sensations del panorama metal estremo. Something Wild e il successivo Hatebreeder irromperono sulla scena metal come una ventata di aria fresca in un mare di presunto piattume dell'epoca. Difficile rinchiuderli solo nella categoria death metal, Alexi Laiho e soci avevano nella varietà della proposta musicale la loro maggiore forza (oltre che una perizia strumentale eccezionale).

Ma dopo Hate Crew Deathroll una carenza di idee davvero valide colpi la band, che cominciò ad allontanarsi dalle atmosfere degli esordi per sound più crudo e orientato sull'impatto sonoro.

Relentless Reckless Forever non aggiunge nulla di più alla formula, ormai diventata più una consuetudine che una vera proprio ispirazione. In questo nuovo platter non c'è niente di fondamentalmente nuovo che non si sia sentito su Are You Dead Yet e Blooddrunk, tanto da ricordarli in alcuni passaggi (stile o carenza di nuove idee?).
Il disco suona potente e veloce, come tradizione, preciso e senza sbavature tecniche, cosa normale visto la caratura strumentale.

Tutto sommato fila via liscio (siamo intorno ai 36 minuti di durata), senza però entusiasmare particolarmente, suonando un po' troppo come"già sentito". Utile per soddisfare un po' di voglia di potenza e velocità, ma se cercate innovazione o grandi canzoni rivolgetevi altrove.

Voto: 6

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