C'erano una volta i Sepultura...
Appunto, c'erano una volta! O meglio, ci sono ancora ma poco hanno a che spartire con quella formazione capace di inanellare una serie di ottimi dischi uno dopo l'altro, come in stato di grazia, fino poi ad implodere su se stessa. Inutile dilungarsi sul post-Cavalera, i lavori poco ispirati dei Sepultura sono ormai cosa nota. Non che il buon vecchio Max se la sia passata meglio con i suoi Soulfly, anche se è stato in grado di ricrearsi un buon seguito, probabilmente ereditati dai Sepu-fans delusi dallo split, preferendo seguire il leader carismatico della formazione verdeoro.
A dispetto della moda reunion degli ultimi anni i Sepultura e i Cavalera (dopo qualche anno anche il fratellino Igor decise di lasciare la band madre) non ne vogliono sapere di riunirsi, forse troppo lontani umanamente più che musicalmente per riconciliarsi. Ma a noi dei gossip non può interessarci una beata mazza.
Blunt Force Trauma è il secondo disco dei Cavalera Conspiracy
, una specie di Sepultura 2.0, ovvero quello che potrebbero essere i Sepultura se si fossero riuniti. Lasciati da parte sperimentalismi, world music, ritmi tribali simil Roots/Soulfly, i fratelli brasiliani tornano a premere l'accelleratore tornando al thrash/death di Arise
/Chaos a. d.
A dire la verità mi aspettavo un disco scontato, ripetitivo e scarsamente ispirato, ma riascoltandolo più volte si notano molte finezze inaspettate, spunti non certo originali ma piazzati al punto giusto, in grado di non far scadere le composizioni in noiose alternanze di riffing estremo e voci al vetriolo.
I pezzi vengono bilanciati da alcuni inserti melodici (Target, Blunt Force Trauma
), un pò come capitava in alcuni pezzi di Arise
o Beneath The Remains
; mentre in altri si pensa più a non fare prigionieri che altro (Burn Waco, Rasputin).
), un pò come capitava in alcuni pezzi di Arise
o Beneath The Remains
; mentre in altri si pensa più a non fare prigionieri che altro (Burn Waco, Rasputin).
Se vogliamo trovare un difetto a Blunt Force Trauma probabilmente si potrebbe puntare su alcuni pezzi che hanno un po' il sapore del classico filler, specialmente alcuni pezzi ultra tirati che onestamente aggiungono poco o niente al disco.
Un menzione particolare invece la merita Killing Inside, forse il pezzo che più si discosta dal resto del disco, in un certo senso la song meno Old School del lotto, decisamente bella.
In conclusione non mi sento di stroncare Blunt Force Trauma per i suoi limiti ma piuttosto evidenziare i suoi lati positivi. Sicuramente non farà gridare al miracolo ne aggiunge niente di nuovo, si lascia ascoltare con buon interesse e inevitabilmente (specie se siete estimatori del genere) vi ritroverete a battere il piede a tempo, segno che i Cavalera Conspiracy hanno centrato l'obiettivo!
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