Cosa ci si può aspettare da un super gruppo formato da dei pezzi da 90 della musica rock come Glenn Hughes (Deep Purple), Joe Bonamassa, Derek Sherinian (Ex Dream Theater) e Jason Bonham (figlio del batterista dei Led Zeppelin)?
Ma è chiaro, un grande disco rock!! Ben suonato, ben scritto, ben prodotto...spesso e volentieri troppo. Ma non è questo il caso!
A vedere una formazione del genere viene subito da pensar male, ad una mera operazione commerciale, "ma si, tiriamo insieme una decina di pezzi decenti e facciamo un pò di quattrini". Ed è proprio questo il punto, la vera sorpresa del disco.
Niente di tutto questo.
Black Country Communion è tutto tranne che un disco ordinario, prodotto a tavolino per vendere. E' un disco di sano e genuino rock (con chiare venature blues).
Il disco si apre con un straripante giro di basso di Glenn Hughes che fa subito capire le intenzioni del superquartetto: non si fanno prigionieri!!
Black Country, l'opener del disco, trasuda Led Zeppelin e anni 70 da tutti i pori, esecuzione perfetta e grande feeling!
One Last Soul è una delle mie preferite, molto fluida nella sua semplicità, dotata di una melodia che ti si stampa in testa e non ti lascia più. Molto evocativa, strappa applausi il ritornello e l'interpretazione sia vocale che strumentale.
Impressiona l'oscuro e psichedelico mood che pervade l'intero lavoro, sembra di essere capultati indietro di 30 anni... eppure suona fresco ed attuale.
Fare un track by track sarebbe quasi riduttivo, è un album da gustare nelle sua interezza, facendosi rapire dall'atmosfera, tra echi zeppeliani, una spruzzata di Hendrix (ascoltare l'intro di Beggerman), improvvisazioni blues (Down Again, Too Late For The Sun)..
Pur scorrendo via facilmente è tutto tranne che un disco semplice, va ascoltato e riascoltato per essere totalmente apprezzato.
Una graditissima sorpresa, anche per chi non è cresciuto a pane e 70'rock come me, stra-consigliato per l'emozioni e il grande feeling che riesce a suscitare!
Voto: 9
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